Ci sarebbe piaciuto…

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Ci sarebbe piaciuto farla breve.
Fare a meno di genealogie, di etimologie, di citazioni.
Che una poesia, una canzone, fossero sufficienti.
Ci sarebbe piaciuto che fosse abbastanza scrivere
«rivoluzione» su un muro per incendiare la piazza.
Ma bisognava sbrogliare la matassa del presente,
e regolare qui e là i conti con delle falsità
millenarie.
Era necessario tentare di digerire sette anni di convulsioni
storiche. E decifrare un mondo in cui la confusione
è fiorita su di un tronco di malintesi.
Ci siamo presi il tempo di scrivere sperando
che altri si prendessero il tempo di leggere.
Scrivere è una vanità, se non lo si fa per l’amico.
Per l’amico che ancora non si conosce, anche.
Negli anni che vengono saremo
dappertutto il mondo prende fuoco.
Nei periodi di tregua non è difficile
trovarci.
Proseguiremo l’impresa
di delucidazione cominciata qui.
Ci saranno delle date e dei luoghi in cui
ammassare le nostre forze contro degli obbiettivi logici.
Ci saranno delle date e dei luoghi per
ritrovarci e discutere.
Noi non sappiamo se l’insurrezione avrà
l’aspetto di un assalto eroico o se avrà quello di
una crisi di pianto planetaria – un brutale accesso
di sensibilità dopo decenni d’anestesia,
di miseria, di stupidità.
Nulla garantisce che l’opzione fascista non sarà
preferita alla rivoluzione.
Noi faremo quello che c’è da fare.
Pensare, attaccare, costruire –
questa è la linea favolosa.
Questo testo è l’inizio di un piano.

A molto presto

Comitato Invisibile
Ottobre 2014